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martedì 13 ottobre 2015

84. RECENSIONE21: Il giorno delle altalene by Sdang!




  Eccoci alla recensione dell'Ep "Il giorno delle altalene", del duo bresciano Sdang! Nicola Panteghini e Alessandro Pedretti sono polistrumentisti e arrangiatori, musicisti di professione, tanto per intenderci, e l'album che propongono ne è una degna dimostrazione. Il tentativo ben riuscito di far confluire in un unico stile omogeneo tutte le influenze sonore che i due hanno avuto modo di apprezzare nell'arco della loro carriera musicale: math rock, psichedelia, heavy metal anni'80, grunge, stoner, post rock, il tutto sapientemente raccolto in una cornice prog... Come lo Sdang! dei fumetti, le parti più aggressive ti colpiscono come un botto sonoro ma l'album non è solo questo, è in realtà tutto un alternarsi di pieni e di vuoti, di furia e calmi momenti melodici dipinti con gran stile e sapienza. Un duo strumentale molto suggestivo che con la propria musica riesce a dipingere scenari ben precisi, che arriviamo ad immaginare anche senza l'ausilio delle parole, il naturale accompagnamento sonoro ad un racconto scritto dallo stesso chitarrista e disegnato dal collega Alessandro.
   L'album è autoprodotto, registrato in presa diretta senza sovraincisioni grazie all'aiuto tecnico del Blufemme Studio di Montirone (BS) e ha visto la luce nell'Aprile 2015. L'artwork in stile fumettistico è ad opera dell'amico Andrea Pedrini.
Dalla title track viene registrato un video in sala prove grazie alla regia di Ronnie Amighetti, materiale poi montato dai fratelli Donazzan; i video che accompagnano i live sono invece opera di Andrea Pettinari. Gli Sdang! sono seguiti da Michele Orvieti dell'ufficio stampa Sfera Cubica e dal partner Lala (BS) per quanto riguarda il booking.
   Infine se volete sapere qualcosa di più su Nicola e Alessandro come strumentisti, sulla partecipazione degli Sdang! al Malta Street Art Festival, sulla loro militanza comune nella band I Giuradei o della loro collaborazione con Colin Edwin, bassista dei Porcupine Tree, non perdetevi l'articolo in tema, corredato da una splendida intervista ai due che non disdegnano rivelarci nemmeno i propri segreti di suono e registrazione! Intanto ascoltatevi l'album e i video tratti da "Il giorno delle altalene" mentre leggete la sua vivace recensione uscita dalla penna imprevedibile del nostro collaboratore Martino Vergnano. Come sempre: buona lettura e buon ascolto...


“Il giorno delle altalene” Official Video https://www.youtube.com/watch?v=79-2hky8bj4
“Il ponte del diavolo” Versione acustica, Live Radio Città del Capo
“Autunno” live@Carmen Town 16.4.2015




IL GIORNO DELLE ALTALENE Ep 2015, Autoprodotto 
Qui lo ascolti 

1. Il giorno delle altalene
2. La notte di San Lorenzo
3. Metafisica
4. Autunno
5. Il ponte del diavolo


RECENSIONE
SDANG! "Il giorno delle altalene"
Eccomi qui cari amici e amiche di EDP a recensire per voi il nuovo album degli Sdang!, duo elettrico che più duo non si può; chitarra e batteria punto. Niente voce a distrarci.
La copertina e la grafica dell’album non mi avevano minimamente fatto pensare a ciò’ che musicalmente contiene: una bella sorpresa..
La chitarra e la batteria sviluppano i 5 temi dell’album, il titolo di ogni singolo episodio mi basta a volare con l’immaginazione: si parte con “Il giorno delle altalene” che dà anche il titolo all’album;
quando hai dei titoli del genere sei a metà dell’opera… a volte mi chiedo come possano venire in mente certi titoli senza avere un testo, poi penso che magari gli Sdang! partano proprio dal titolo per svilupparci su una musica così energica, precisa, a tratti anche gentile ma mai molle… 
Altalene che dondolano solitarie nel parco senza che nessuno le abbia spinte, forse mosse dal vento, le vacanze sono finite e le foglie iniziano a cadere e loro dondolano senza che nessuno sia lì a godersi questo spettacolo, il sole va e viene, cadono le prime pioggie... la musica sotto è la perfetta colonna sonora, il brano cambia umore più volte, riff energici e batteria decisa e sicura di sè guidano le danze e le altalene seguono questo ritmo, loro cigolano e ad un certo punto dove il pezzo si fa quasi noise, agguanti un’altalena, ci salti su e inizi a dondolare sempre più veloce... questo è ciò che suggerisce a me la loro musica, complice un barbera bello spesso bevuto in grandi bicchieri... 
Si continua con “La notte di San Lorenzo”... le stelle cadenti, chissà forse nel titolo un omaggio al film dei fratelli Taviani… chissà... anche qui la musica lascia grande spazio all’immaginazione, ad un certo punto mi sembra di sentire Jimmy Chamberlin che incontra i Sonic Youth ma poi c’è molto di più… sarebbe riduttivo partire coi soliti paragoni.
“Metafisica”... e penso subito a De Chrico o al Nunziante, pittore delle mie parti... penso ai loro quadri e la musica mi sembra adatta per rivedere le loro opere... un leone che corre dietro a una bicicletta, una nuvola dentro una stanza, un cielo verde, una porta che dà sul prato... e gli Sdang a loro agio in scenari del genere... buono 'sto barbera!
Arriva “Autunno” e l’atmosfera si fa quasi post rock; non è un autunno malinconico, qui le foglie non hanno paura di staccarsi dagli alberi, nell’album i momenti più tranquilli non sono mai tristi, percepisco una gioia di fondo, una vitalità in ogni brano, in ogni passaggio... mi chiedo quanto spazio all’improvvisazione i due si siano riservati in fase di registrazione... funziona tutto a meraviglia: i brani uno ad uno e l’album intero fluisce dall’inizio alla fine con soluzione di continuità, credo di trovarmi ancora una volta di fronte a un concept album, chissà... ho quella impressione... il disco è registrato e mixato magistralmente il che per i miei gusti non è sempre una nota di merito ma è un dato di fatto e va riconosciuto, in questo caso dopo un po’ di ascolti non riuscirei ad immaginarlo con un sound grezzo, in questo caso non avrebbe proprio senso.
L'album si chiude con “Il Ponte del Diavolo” e penso al Ponte del Diavolo nelle valli di Lanzo, certe aperture nel disco e sopratutto in questa traccia mi riportano ai momenti più sognanti e strumentali dei primi Smashing Pumpkins dove la chitarra con un bel delay fa navigare i tamburi e i piatti...
Per certi versi “Il giorno delle altalene” potrebbe essere un album molto urbano ma io ragazzo di provincia e di campagna con questa musica volo in mezzo ai prati, ai campi, a luoghi fuori mano, posti che devi andare un po' a cercarteli, un po' come questo splendido lavoro, che grazie a EDP ho avuto la fortuna di scoprire. Fatelo anche voi seguendo i links che vi porteranno alla loro musica e ai loro concerti!
Per oggi è tutto cari amici e amiche di EDP. Grazie agli Sdang! per aver pubblicato quest’ottimo lavoro e grazie a voi per aver letto fin qui...
Un bel : "dal nove al dieci" agli Sdang! non glielo toglie nessuno.
A risentirci Giusy, ti restituisco la linea, a voi studio.

9,5/10
Martino Vergnano



Articolo ad opera di Giusy Elle



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