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mercoledì 1 luglio 2015

71. RECENSIONE15: Yuma by Bettie Blue





   Dopo la presentazione del duo torinese BETTIE BLUE e la chiacchierata con Fabio ed Emanuela in fase d'intervista (qui), eccoci ora a parlare più approfonditamente del loro album d'esordio "Yuma".
   Grazie al loro primo Ep "StoneSelvatique" Bettie e Blue entrano in contatto con con Omid Jazi, musicista, produttore e collaboratore dei Verdena per il loro album "Wow". Questi si rivela molto incuriosito dalla proposta musicale dei due e desidera con loro elaborare il materiale che stava nascendo nel frattempo. E' da questo incontro che prende forma definitiva "Yuma", il full lenght dei Bettie Blue, con caratteristiche particolari, quali l'uso indifferente di italiano e inglese secondo formula già testata dallo stesso Jazi. Sbarcati a Londra all’Hackney Road Studio di Omid, in due giorni registrano le 8 tracce di “Yuma” che viene rilasciato in Italia il 17 marzo 2015. Le riprese sono affidate al sound engineer Shuta Shinoda (Primal Scream, My Bloody Valentine, Hot Chip) mentre Omid Jazi cura produzione artistica, mix e mastering e si esibisce al piano sulla traccia "No Doubts".
   L'album è un misto tra GarageBlues e AltRock con sonorità di fondo a reminiscenza delle colonne sonore dei film western. "Quel treno per Yuma" è ben un must del western (ad opera di Delmer Daves, girato nel 1957 e interpretato da Glen Ford) ma l'album dei Bettie Blue non vuole essere un preciso riferimento od omaggio alla pellicola di cui sopra, pur mantenendo un certo simbolismo di base: come nel film i due personaggi principali si presentano durante un conflitto, così la contrapposizione degli opposti e il dualismo vogliono essere la base su cui è strutturata l'intera opera.
   Anche il video ufficiale, estratto dalla penultima traccia dell'album, ricalca questa simbologia presentando lo schermo diviso a metà, con i due strumentisti intenti a suonare parti diverse del medesimo brano, completandosi a vicenda; nato dalla mente del regista Nicola Martini, è prodotto da Paolo Maria Pedullà.
   Eccoci ora pronti alla divertente recensione di Martino Vergnano, del duo I Cospiraotri, concittadino dei torinesi Betti Blue di quest'oggi. Sua opera prima anche se, per un gioco degli eventi, viene pubblicata solo ora dopo la seconda prova con "Hexagon Garden" dei Bolognesi Melampus. 

Video ufficiale: "Everything but you"



YUMA 2015, Lp Autoprodotto

1.Un processo attento 2.Il mio personale mostro di Lochness 3.La persistenza della memoria 4.Mamba surf 5.No doubts 6.Opera tua 7.Everything but you 8.Yuma

Lo ascolti su Spotify




RECENSIONE
BETTIE BLUE "Yuma"
Lp 2015, Autoprodotto

"Quel direttissimo Yuma-Torino Porta Nuova" :

Betty blue Bettie blu Betti bloo ... Betty boop...eccomi qui cari amici per la mia prima recensione per Electric Duo Project, ed eccomi subito alle prese con una bella patata bollente per usare un'espressione dei giovani d'oggi.. Perché bollente? perché i Bettie Blue esordiscono o esordiono (giusto per spiazzare gli insicuri) con il loro primo album ufficiale "Yuma" e non lo fanno tanto per ammazzare il tempo ma lo fanno in grande stile sotto tutti i punti di vista... Yuma è un concept album, Yuma è stato registrato e mixato a Londra, Yuma vuole lasciare un segno. Il comunicato stampa che ne accompagna l'uscita è curatissimo... nelle note troviamo persino che i Bettie Blue condividono e hanno condiviso case, dischi... droghe (per la gioia della polizia ;-)... ovviamente sono e possono essere tutte cose interessanti ma ciò che mi è richiesto in questo ambito è di recensire la musica quindi da qui in poi varchiamo le porte del gusto soggettivo... ovvero: sarà piaciuto a Martino il disco dei Bettie? Per non farvi attendere oltre la risposta è semplice e veloce: sì!
fine ..... ahhhhhh 

Ok ok motiviamo un po' questo sì... Yuma è un album granitico, 8 episodi, direi un libro, ok Bettie non arrabbiatevi immagino preferireste che dicessi un film (magari Quel treno per Yuma ;-)  ma ripeto siamo nel fantastico mondo della soggettività, io lo vedo e lo sento molto come un libro, 8 capitoli, 8 episodi che presi singolarmente hanno un senso e stanno in piedi senza bisogno degli altri sette fratelli ma ovviamente senza scomodare i fratelli cervi  e nemmeno i sette nani (che poi erano fratelli i nani? o solo persone ai margini della società che dividevano le spese di una modesta casetta nei boschi?) dunque 8 episodi compatti, sinceri ma non modesti, nemmeno falsamente modesti.
I Bettie Blue in questo album sembrano voler dire: sì, a questo giro siamo consapevoli delle nostre capacità, delle nostre potenzialità e vogliamo esprimerle al meglio, con un'ottima produzione dei suoni (mi scazza ammetterlo ma le chitarre hanno un suono talmente bello da far incazzare) tutto questo però mantenendo una giusta dose di umiltà.  
I Bettie Blue in Yuma non fanno i piacioni, vanno per la loro strada o forse sui loro binari e fanno bene. Non farò nessun paragone e nemmeno nessun accostamento a questo o a quel gruppo perché non mi sono mai piaciute le recensioni dove passi il tempo a leggere i cosi mi ricordano i cosi di quel periodo... ora la mia non vuole essere una sviolinata da qui a Yuma ma quest'album ha molti punti di forza, ha la  personalità di chi non guarda alle mode passeggere, ha carattere, come certi vini piemontesi...
Le canzoni scorrono ma attenzione stiamo parlando di un nebbiolo.
Se volete un vinello da tracannare avete sbagliato osteria...
Fossi uno di quei recensori che si sente in dovere di dare delle specie di consigli /bacchettate al fondo della recensione finirei con una frase del tipo: avreste potuto osare cari amici con un album di canzoni interamente in italiano... ma non lo farò, l'album in questione presenta canzoni cantate in italiano e in inglese,  se è arte -e di arte mi sembra davvero si tratti nel caso di Yuma- avete fatto benissimo così... Un album maturo, un album che nella scrittura, arrangiamenti e sound è pronto a sfidarsi coi pesi massimi, non voglio raccontarvi troppo, dovete ascoltarlo e scoprirlo anche voi cari lettori, quando avrete voglia di scoprirlo non sarà mai troppo tardi perché (come certi vini) non teme il trascorrere del tempo. C'è energia, ci sono atmosfere che ti catturano e poi è dura uscirne, c'è essenzialità, c'è una Torino che non è la solita Torino... Non quella finto alternativa sballona ma la Torino reale, lontana dai localini che sanno di Erasmus... Adesso andrò a vedermi "Quel treno per Yuma " mentre ascolto i Bettie Blue o andrò a vedermi i Betti Blue dal vivo mentre ascolto "Quel treno per Yuma "... insomma spero che su quel treno o ai loro concerti ci sia un goccio di vino o birra che mi è venuta sete ....

Non so che tipo di votazioni diamo qui all'EDP comunque per attenermi a una votazione scolastica a "Yuma" dei Bettie Blue do un bel: dall'otto al nove. Alla prossima!

8,5/10
Martino Vergnano



Articolo ad opera di Giusy Elle


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